sabato 19 dicembre 2009

Documentario sulle formiche scacciatrici africane

Interessanti video sulle formiche scacciatrici africane, conosciute anche con altri nomi, come Siafu o formiche safari, tutte comunque appartenenti al genere Dorylus.
Molto interessante la scena di predazione di una lumaca, che testimonia la capacità di risolvere problemi, quindi l'intelligenza, di una colonia di formiche.



lunedì 26 ottobre 2009

Messor Barbarus - Diario pag. 4: il cibo

Parliamo un po' della dieta delle Messor.
Tra tutte le formiche che potreste allevare, le Messor sono in assoluto le più facili da mantenere, sicuramente per quanto riguarda il problema del foraggiamento. La loro dieta si basa quasi esclusivamente su semi, che accumulano in camere del formicaio e che possono utilizzare nei periodi di carenza. Non dovrete quindi preoccuparvi quando partirete per le ferie: se avrete somministrato abbastanza semi nei giorni precedenti, le nostre formiche avranno scorte anche per resistere mesi! Tutti i tipi di semi vanno bene? Finora ho provato qualsiasi tipo di seme e viene sempre aprezzato, dal piccolo seme del papavero fino al chicco di mais. Bisogna però fare attenzione durante le fasi iniziali della colonia: la regina, fintanto che non nasce la prima operaia, non mangia, percui è inutile somministrare semi nella provetta, che corrono il rischio di marcire e di far ammalare la regina. Una volta che nascono le prime operaie cominceremo a somministrare i primi semi, che devono essere piccoli, date le dimensioni esigue delle prime operaie.


A questo scopo vanno bene i semi delle graminacee dei prati: la gramigna, la coda di topo, per fare un paio di esempi, oppure delle composite, in particolar modo i semi dei comuni soffioni (il tarassaco) sono molto piccoli e apprezzati. Una passeggiata di mezz'ora in campagna vi fornirà una scorta di semini almeno per qualche mese.

In commercio trovate nei negozi di bricolage semi per manti erbosi, e semi di trifoglio.


In molti supermercati vendono le buste di semenze per l'orto: semi di carota, di cicoria, di insalata vanno benissimo.


Quando poi la colonia si sarà ingrandita e compariranno le prime operaie più robuste, vi procurerete una scatola di semi per canarini a cui aggiungerete di quando in quando qualche grosso chicco di orzo e farro.


Ricordatevi che le Messor, a differenza di quasi tutte le altre formiche, non sono particolarmente ghiotte di sostanze zuccherine, per cui sarà inutile somministrare miele o acqua zuccherata.

Importante sarà invece integrare la loro dieta con sostanze proteiche. Qualche insetto ogni tanto, qualche seme di leguminosa (io uso lenticchie e trifoglio), o anche qualche minuscolo pezzetto di carne cruda saranno necessari.

martedì 1 settembre 2009

Costruire il formicaio in gesso - cpt. 3 - Come preparare la camera dell'acqua e il telaio

Nel preparare il negativo con la pasta sale faremo attenzione a porre tutti i corridoi e le stanze almeno ad 1,5 cm dal bordo. Poniamo anche molta attenzione all'altezza delle camere, che diverrà la profondità delle celle una volta messo in piedi il formicaio: le prepareremo tutte alla stessa altezza calcolando quanto vogliamo che sia lo spessore del formicaio ultimato. Ad esempio, se vogliamo un formicaio spesso 5 cm, le camere dovranno essere profonde 3,5 cm, per lasciare sempre 1,5 cm di parete di gesso.
La stanza dell'acqua va progettata in modo particolare: deve essere circolare, posta nella parte inferiore, a circa 3 cm dai bordi. La realizzeremo in modo che abbia un tappo apribile sul retro del formicaio per consentire la periodica introduzione di acqua. Per far questo prendiamo una qualsiasi bottiglia in plastica da mezzo litro, la tagliano a 2-3 com dal collo, prendiamo la parte col tappo e vi pratichiamo numerosi fori con un punterolo dalla parte interna verso l'esterna, per far si che aderisca al gesso; possiamo anche ritagliare nella plastica delle orecchiette e piegarle verso l'esterno, quindi la pressiamo leggermente sopra la pallottola di pasta sale che darà lo stampo alla stanza dell'acqua.
Il tappo dovrà trovarsi ad un'altezza leggermente superiore rispetto a quella che abbiamo stabilito come spessore del formicaio (es: 5 cm).

Ecco un esempio di un piccolo formicaio:


Prepariamo ora il telaio esterno che conterrà il gesso liquido. A seconda dei gusti possiamo prepararlo con delle assicelle in compensato, che formeranno la cornice esterna del formicaio, e che non verranno più rimosse, oppure possiamo preparare un telaio che verra tolto una volta indurito il gesso. In questo caso lo si può fare con del semplice cartone rivestito con del nylon.
Pratichiamo nel telaio i buchi di passaggio dei tubi, possibilmente al centro dello spessore del telaio, o comunque staccati di almeno 1,5 cm.
Poniamo il telaio intorno al negativo di pasta sale, sopra al disegno precedentemente preparato, inseriamo i tubi, alle cui estremità infileremo un paio di chiodini o spilli verso l'esterno, in modo che fungano da ancora e una volta che il gesso sarà indurito non sarà più possibile estrarre il tubo. l'estremità del tubo all'interno del formicaio la metteremo poi in contatto con uno stampo di pasta sale.
L'esterno del telaio a contatto con la plastica sopra il tavolo va sigillato con dello scotch da pacchi per evitare fughe di gesso troppo liquido.

Altro esempio di un formicaio più grande:



giovedì 30 luglio 2009

Esopo e le formiche

Esopo è uno scrittore greco antico, vissuto nel VI secolo a.C., che compose circa 400 favole caratterizzate dalla forma di brevi aneddoti i cui protagonisti, animali personificati, ci trasmettono una morale.
Evidentemente colpito dal comportamento delle Messor, Esopo scrisse alcune favole con le formiche protagoniste. Il comportamento sociale di queste lo indussero ad immaginare che un tempo fossero uomini, trasformati in insetti per punizione divina. La metamorfosi uomo-formica e viceversa ricorre spesso nei miti e leggende, sottolineando l'esistenza di una convergenza tra le due diverse società.
Ecco i testi:


La formica
Un tempo, quella che oggi è la formica era un uomo che attendeva all’agricoltura e, non contento del frutto del proprio lavoro, guardava con invidia quello degli altri e continuava a rubare il raccolto dei vicini. Sdegnato della sua avidità, Zeus lo trasformò in quell’insetto che chiamiamo formica; ma esso, mutata natura, non mutò costumi, perché anche oggi gira per i campi, raccoglie il grano e l’orzo altrui e li mette in serbo per sé.
La favola mostra che chi è cattivo di natura, anche se è gravemente punito, non muta costumi.

La formica e la cicala
Era d'inverno, e le formiche stavano asciugando il loro grano, che si era bagnato. Ed ecco che una cicala affamata andò a chiedere loro del cibo. Ma le risposero le formiche: "Perché durante l'estate non hai fatto anche tu provviste?" Rispose la cicala: "Non ne avevo tempo, ma cantavo armoniosamente". E quelle, ridendole in faccia, le dissero: "Beh, se nel tempo estivo cantavi, d'inverno balla".
La favola mostra che, in qualsiasi faccenda, chi vuol evitare dolori e rischi non deve essere negligente.

La formica e lo scarabeo
Nella stagione estiva la formica s’aggirava per i campi, raccogliendo grano e orzo, e mettendolo in serbo come sua provvista per l’inverno. Lo scarabeo l’osservava e faceva gran meraviglie della sua eccezionale attività, perché essa s’affannava a lavorare proprio nella stagione in gli altri animali hanno tregua dalle loro fatiche e si danno alla bella vita. La formica non disse nulla, lì per lì; ma più tardi, quando sopraggiunse l’inverno, e la pioggia lavò via tutto lo sterco, lo scarabeo affamato andò da lei, scongiurandola di dargli un po’ da mangiare: “Oh scarabeo “, gli rispose quella, “il cibo non ti mancherebbe ora, se tu avessi lavorato allora, quando io m’affaccendavo e tu mi canzonavi”.
Così coloro che nel momento dell’abbondanza non pensano al futuro, quando i tempi cambiano, debbono sopportare le più gravi sofferenze.

La formica e la colomba
Una formica assetata era scesa in una fontana e, trascinata dalla corrente, stava per affogare. Se n’avvide una colomba e, strappato un ramoscello da un albero, lo gettò nell’acqua. La formica vi salì sopra e riuscì a salvarsi. Poco dopo, un uccellatore, con i suoi panioni pronti, si avanzò per prendere la colomba. La formica lo scorse e diede un morso al piede dell’uccellatore, che, nell’impeto del dolore, gettò via i panioni, facendo così fuggire immediatamente la colomba.
La favola mostra che bisogna ricambiare i benefattori.

mercoledì 29 luglio 2009

Articolo sul National Geographic

A questo link si può richiedere l'arretrato di questo numero del National Geographic con articolo e copertina dedicati alle formiche.

lunedì 27 luglio 2009

Messor Barbarus - Diario pag. 3: Nascita della colonia

La prima formica nacque il 1 giugno, la seconda 6 giorni dopo. Poi il numero di formiche crebbe esponenzialmente e decisi di collegare la provetta al formicaio quando avevano superato le 15 unità (il 4 luglio). Tolsi il cotone del tappo della provetta ed infilai la provetta nel tubo che avrebbe dovuto collegare il contenitore per la discarica con il formicaio. Se avete progettato un formicaio con una sola entrata potete tranquillamente lasciare la provetta aperta nell'arena.
La provetta si incastrava perfettamente nel tubo. Le operaie avevano così libero accesso a tutto il formicaio e all'arena. Notai che dovevano stare proprio strette, visto che già la mattina dopo avenano trasportato fuori dalla provetta tutta l'immondizia e tutti i semi. I semi li sistemarono nel tubo appena prima dell'ingresso nel formicaio, la spazzatura, costituita per lo più dal cotone che avevano tolto dal fondo, nella prima camera dentro il formicaio. L'esplorazione del resto del formicaio avvenne lentamente, un'operaia il giorno successivo fu vista nella stanza dell'acqua, il 12/7 trovai la prima operaia nell'arena, da lì in poi presero sicurezza e ne avvistai sempre 4-5 nell'arena, 2-3 nel granaio. Il resto restava nella provetta a badare alle uova e a masticare il cibo che precedentemente raccolto.

Ecco l'attuale assetto del mio formicaio:


La provetta collegata al tubo con la regina e le uova:


Il formicaio come appariva nella prima fase di colonizzazione (una camera occupata come discarica):


Ed infine il granaio, posto sul tubo fuori dalla provetta:



domenica 26 luglio 2009

Costruire il formicaio in gesso - cpt. 2 - Lo schema e il negativo

Spiegherò qui i preparativi per lo stampo in gesso. La prima cosa da fare è prendere un foglio, un pennarello ed una squadra e disegnare lo schema del formicaio. Il Formicaio sarà un parallelepipedo verticale, le cui camere saranno collegate al mondo esterno solo da uno o due tubi in gomma.


Come vedete dal disegno, oltre al formicaio vero e proprio bisogna preparare un'arena, dove le formiche circoleranno in cerca del cibo, e una discarica, solo nel caso in cui alleviate specie del genere Messor, perchè producono una grande quantità di scarti dai semi che stivano.
Nel preparare lo schema del disegno dobbiamo porre attenzione ad alcuni dettagli:
  • Una delle camere in fondo è la camera dell'acqua, sarà costruita in modo particolare, servirà ad umidificare il fondo del formicaio
  • Mantenete una distanza di almeno 1.5 cm tra le stanze ed i corridoi ed i margini del formicaio
  • Disegnate il punto in cui i tubi si innesteranno nel formicaio, per ogni entrata bisogna disegnare una camera, che sarà l'anticamera del condotto d'uscita
  • Pensate in anticipo al diametro dei condotti, in funzione alle specie da allevare
  • Per le Messor progettate almeno una grossa camera per la dispensa dei semi
Quando il progetto sarà pronto e ben disegnato lo fisserete con del nastro adesivo ad un tavolo (o al pavimento) e lo coprirete con del nylon trasparente, fissandolo anch'esso con del nastro adesivo.
Prepariamo ora l'impasto che servirà da negativo per creare i cunicoli e le stanze del formicaio. Si può anche preparare direttamente la colata in gesso e scavare dopo i cunicoli e le celle con un cacciavite, io però consiglio di preparare un negativo perchè il risultato finale sarà nettamente migliore ed avrà un aspetto più naturale.
Il negativo va fatto con del materiale plastico: va benissimo l'argilla o la plastilina, se però non ne avete a casa consiglio di prepararsi da sè la pasta sale, è semplicissima da preparare, la spesa è inferiore ad un euro, e si stacca facilmente dal gesso. Procuratevi mezzo chilo di farina, un quarto di sale, un po' d'acqua ed impastate il tutto: otterrete una pasta elastica e facilmente modellabile.
Ora non vi resta che lavorarla, ottenendo dei cordoncini e delle "patate" che disporrete sul nylon sopra lo schema seguento il tracciato dei cunicoli e delle celle che avevate realizzato.

venerdì 24 luglio 2009

Messor Barbarus - Diario pag. 2: Stasi nella provetta, la deposizione delle uova

Delle due regine che mi sono arrivate una aveva già deposto 3 uova.
Le provette erano senza acqua, non volevo disturbare le regine con un trasloco, così introdussi in ogni provetta un batuffolo imbevuto d'acqua.
Diedi un po' di cibo: qualche semino d'erba e una pallina di cotone imbevuta con una miscela di acqua, miele d'acacia e zucchero di canna. Misi anche un paio di insettini morti alla regina che aveva deposto, che però non toccò il cibo, al contrario dell'altra regina che invece apprezzò molto il miele.
Dopo qualche giorno, temendo una possibile disidratazione, mi decisi a traslocare le regine in nuove provette riempite per un terzo di acqua.


Le provette si preparano semplicemente in questa maniera: si riempiono almeno per un terzo di acqua, si prende un bel batuffolo di cotone e lo si spinge avvitandolo all'inteno della provetta fino a quando non raggiunge l'acqua, aiutandosi con un bastoncino o un cacciavite lo si spinge bene in modo che sia imbevuto. Deve essere abbastanza compresso da imbibersi senza che lasci cadere gocce d'acqua se lo si tiene capovolto. Poi si mette un pezzetto di carta assorbente, come tappetino per la regina, si introduce la regina medesima e si tappa tutto con un altro batuffolo di cotone. La provetta con la regina va poi tenuta al buio e disturbata non più di una volta ogni 2 giorni. Per le osservazioni sarebbe bene utilizzare un nylon rosso, comunque mai luci forti. evitate anche colpi di flash! La provetta così preparata è la residenza ottimale per la regina perchè mantiene all'interno un buon tasso di umidità e il cotone del tappo consente gli scambi di gas.

Dalla mia esperienza vi segnalo alcuni errori che è bene evitare:
  • Non mettete poca acqua, perchè col caldo evaporerà e dovrete disturbare nuovamente la regina per rifare l'allestimento.
  • Il tappo non deve essere troppo stretto ma nemmeno completamente lasco, la regina potrebbe fuggire.
  • è meglio non dare cibo alla regina: salvo per qualche giorno appena dopo l'arrivo, per alleviare possibili stress da viaggio, in cui si può somministrare un po' di miscela al miele. La regina non mangia fino a quando le prime operaie non le procureranno il cibo, per cui è bene non mettere niente: in una provetta alcuni semi erano finiti a contatto col cotone imbevuto ed erano ammuffitti, creando un ambiente poco salutare che può anche provocare la morte della regina.
  • Non disturbate la regina ogni giorno, soprattutto se ha appena deposto le uova, limitate i controlli a uno oni 2-3 giorni
Infatti il giorno dopo il trasloco la regina divorò le uova. Non è un dramma, ho letto che lo fanno spesso: se la regina depone le uova ma non ritiene che ci siano ancora le condizioni giuste, si mangia tutto per non perdere le preziose sostanze nutritive che le serviranno per le deposizioni successive. Questo è il motivo per cui è bene evitare al massimo le osservazioni quando la regina inizia a deporre.
Passato un mese la stessa regina ridepose le uova (27 aprile) decisi di non disturbarla più, controllai il il 16 maggio e la trovai con due larve imbozzolate. Il 1 giugno tornai a controllare e scoprii che era nata la prima operaia.
L'altra regina invece non depose mai e alla fine, ai primi di luglio, morì.

domenica 19 luglio 2009

Costruire il formicaio in gesso - cpt. 1 - I materiali

Inizio anche a spiegarvi come ho costruito dei bei formicai in gesso. Al momento ne ho fatti 2 uno per le Lasius (ancora da abitare) uno più grande per le Messor (avviato).
Questi formicai sono costituiti da un parallelepipedo in gesso con le gallerie e le celle visibili grazie ad una lastra di plexiglas e da una arena, o zona di foraggiamento, dove le formiche possono circolare nell'ambiente esterno in cerca di cibo. Le due aree sono connesse tramite un tubo trasparenente.
Ecco la lista dei materiali e strumenti necessari:
  1. Lastra di plexiglas trasparente
  2. Gesso di tipo scagliola
  3. Acqua
  4. Catino per mescolare il gesso
  5. Farina
  6. Sale
  7. Telo di nylon
  8. 4 Assicelle di compensato o di plastica
  9. Scotch da pacchi o di carta
  10. una bottiglietta di plastica
  11. Un tubo in gomma da 10 mm di diametro
  12. Un pezzetto di tubo in gomma da 8 o 12 mm di diametro
  13. Una scatola di plastica (meglio se trasparente)
  14. Un'assetta di legno per fare il piedistallo
  15. 4 piccole reggimensole per incastrare il formicaio al piedistallo
  16. 4 feltrini antigraffio per sedie
  17. Silicone oppure paraffina
  18. Un telo per coprire il formicaio
  19. Cotone idrofilo o una spugnetta
  20. Attrezzi utili e necessari: taglierino, forbici, pennello, bastoncino per mischiare il gesso
Mi pare ci sia tutto, complessivamente, a seconda del negozio, la spesa dovrebbe essere contenuta entro i 20 eu.

Formiche parlanti!


Consiglio la lettura di questo articolo del Times, che a sua volta riporta un articolo di Science: una scoperta eccezionale nel mondo delle formiche! Parrebbe che oltre che con i messaggi chimici le formiche comunichino anche con i suoni prodotti da un organo apposito!
Qui di seguito riporto il testo originale:

[Advances in audio technology have enabled scientists to discover that ants routinely talk to each other in their nests.
Most ants have a natural washboard and plectrum built into their abdomens that they can rub together to communicate using sound.
Using miniaturised microphones and speakers that can be inserted unobtrusively into nests, researchers established that the queens can issue instructions to their workers.
The astonished researchers, who managed to make the first recordings of queen ants “speaking”, also discovered that other insects can mimic the ants to make them slaves.
Rebel's large blue butterfly is one of about 10,000 creatures that have a parasitic relationship with ants and has now been found to have learnt to imitate the sounds as well as using chemical signals.
The butterfly's caterpillars are carried by ants into the nests where they beg for food and are fed by the workers. When a colony is disturbed the ants will rescue the caterpillars before their own broods.
Research several decades ago had shown that ants were able to make alarm calls using sounds, but only now has it been shown that their vocabulary may be much bigger and that they can “talk” to each other.
Professor Jeremy Thomas, of the University of Oxford, said improvements in technology had made the discoveries possible because it meant the ants could be recorded and subjected to playbacks without becoming alarmed.
By placing miniature speakers into the nest and playing back sounds made by a queen, the researchers were able to persuade ants to stand to attention.
“When we played the queen sounds they did 'en garde' behaviour. They would stand motionless with their antennae held out and their jaws apart for hours - the moment anyone goes near they will attack,” he said.
He described how the ants would press their antennae to the speaker just as they would seek to greet another ant in the nest.
Professor Thomas said it remained unclear how much the ants relied on sound for language but he suspected that further analysis would reveal a wider vocabulary than had been seen yet.
“The most important discovery is that within the ant colony different sounds can provoke different reactions,” he said. “I would be very surprised if we didn't get different types of sound.
“It's within the power of the ant to play different tunes by changing the rhythm with which they rub.”
He added that the detection of the role of sounds provided the “final piece of the jigsaw” to explain how Rebel's large blue caterpillars survive in ants' nests and should help to guide conservationists in trying to save the endangered European mountain species.
Francesca Barbero, of the University of Turin, said: “Our new work shows that the role of sound in information exchange within ant colonies has been greatly underestimated.”
Karsten Schönrogge, of the Centre for Ecology & Hydrology in Oxfordshire, said the mimicry by the caterpillars was so convincing that the ants afforded them higher status than their own young. They will even slaughter their own young to feed the interlopers when food is scarce.
The findings were reported in the journal Science.]
Tratto da http://www.timesonline.co.uk/tol/news/environment/article5672006.ece

Messor Barbarus - Diario pag. 1: L'acquisto online


Una volta che mi ero deciso a costruire il formicaio artificiale in gesso, ordinai da un sito online due regine di Messor barbarus, nate nella passata stagione e quindi senza operaie e uova. Ne ordinai 2 per sicurezza, a volte le regine non sono fecondate, il viaggio poteva essere stressante etc. e col senno di poi fu la scelta giusta, perchè una regina non depose mai nemmeno un uovo.
Scelsi, tra i vari siti che vendevano formiche online (tutti all'estero: Germania, Francia, Inghilterra, Polonia) un sito tedesco: Ants-Kalytta.com, i pro di questo negozio sono le basse spese di spedizione, perchè non usa un corriere espresso, ma semplicemente le poste tradizionali, così invece di 20-22 euro se ne spendono 8 (le regine costavano 3,80 all'una). C'è un po' di rischio, perchè mi pare che per legge non si possano trasportare animali (però forse i legislatori non hanno mai pensato che per animali si intende anche batteri e protozoi!) e le poste a volte, come nel mio caso, sono lente. Feci l'ordine il 23 febbraio, il 24 mi arrivò la mail di conferma che il pacco era stato spedito, e poi... più niente per un bel po'! Il pacco si perse in qualche ufficio. Tra l'altro Ants-Kalitta rispose a tutte le mie mail, stava per spedirmi altre 2 regine gratuitamente, quando infine arrivò il pacco. Ci tengo a sottolineare la correttezza del negozio.
Il pacco arrivò il 14 marzo, dopo 18 giorni di viaggio! Conteneva le due regine, ciascuna in una provetta di vetro e due minuscole fialette con semi d'erba. Le provette erano senz'acqua, per evitare annegamenti durante il viaggio, e tappate con del cotone, come si usa fare. Per fortuna che le Messor stanno bene anche senza umidità: erano entrambe vive e vegete!

Benvenuti!


Benvenuti a Myrmikes!
Partiamo dall'inizio, dal titolo: cos'è Myrmikes? Molto semplicemente la parola con cui gli antichi Greci chiamavano le formiche, e che ha dato origine a molti altri vocaboli legati a quest'insetto. Pensate ai mitologici Mirmidoni, agli animali mirmecofagi, alla sottofamiglia delle Mirmicinae, e così via! Una parola antica per un animale che l'uomo ha sicuramente osservato fin dalla notte dei tempi, perché nostro commensale occasionale.
Mi piacerebbe col tempo raccogliere informazioni carattere storico legate al rapporto uomo-formica, vedremo. Per adesso mi limito ad osservarle, in natura e in un formicaio artigianale che ho realizzato quest'inverno, e di cui cui riporterò qui le tappe dal mio diario cartaceo.
Ho iniziato la mia avventura con le Messor barbarus, acquistate da un negozio online, successivamete ho trovato in campagna delle regine di Lasius emarginatus.
Che altro dire come presentazione, forse due parole sul sottoscritto, naturalista per studi e passione, fotografo naturalista amatoriale, illustratore naturalistico. La passione per le formiche è abbastanza recente: è scaturita mentre scrivevo un libro didattico sulle pratiche del naturalista, così ho cominciato a leggere tutto quello che trovavo sugli insetti eusociali e sono rimasto affascinato dalla complessità dei comportamenti di questi piccoli animali.
Allora non mi resta che augurare buone letture a tutti!